Fuori le prime immagini di Babylon, Chazelle ci catapulta negli scintillanti anni Venti

Metti un’icona come Brad Pitt, aggiungici l’attrice più scritturata del momento, Margot Robbie, e infine lascia la direzione ad un premio Oscar come Damien Chazelle. Risultato? Un successo assicurato.

La Paramount annuncia l’uscita di Babylon per gennaio 2023 e nel cast saranno presenti anche Tobey Maguire (Spiderman) e Olivia Wilde.

Trama

Babylon racconterà gli anni Venti di Hollywood, un periodo tra i più densi, sfrenati e caratterizzanti di tutta la storia del cinema.

Anni di ricchezza, sfarzo, novità e frenesia che Chazelle traduce in un’opera in cui i personaggi vedranno la loro ascesa e declino in quell’universo sregolato.

Età dell’oro, di Chaplin, del charleston e dell’Art Decò. Il mondo ha gli occhi puntanti sugli Stati Uniti, e Hollywood è la meta dei sognatori. Ma quale sarà in prezzo da pagare per una vita di eccessi?

«Tutto era incerto e in movimento», afferma Chazelle a proposito di quegli anni, «e sono rimasto davvero affascinato dal costo umano di una trasformazione di quella portata, in un momento in cui non c’era una tabella di marcia e tutto era just new and wild».

In questo periodo nascono i divi, attori e attrici sono creature extra-terrene con uno stile di vita ai limiti dell’eccesso. Ed è proprio a loro che il regista di La La Land si ispira per i personaggi di Robbie e Pitt.

Chazelle e la musica

Che sia attraverso i sogni di un aspirante batterista o tramite le note che escono dal piano a corda di Sebastian, è la musica la vera protagonista delle storie di Chazelle.

Non stupisce questa scelta considerando che da adolescente il sogno del regista americano era quello di affermarsi come batterista jazz. (Il personaggio dello spietato maestro Terence Fletcher prende ispirazione da un suo professore di musica del liceo)

Una passione, quella per il genere nato a New Orleans, che unisce le sue opere da Whiplash fino a Babylon, ambientato nell’era in cui il jazz usciva dai sobborghi e raggiungeva il grande pubblico anche grazie a Louis Armstrong.

Ricordiamo inoltre che a cavallo tra gli anni Venti e i Trenta avvenne il decisivo passaggio del cinema dal muto al sonoro, con tutti i problemi e le novità che questo radicale cambiamento portò con sé.

  • MOVIE SUGGESTION. Gli sconvolgimenti delle produzioni di Hollywood scatenate dall’introduzione del sonoro sono presentate in chiave ironica in quel capolavoro che è Singin’ in the rain (1952) dai geni di Donen e Kelly.

Fun fact

I cinefili più attenti hanno notato una particolarità comune legata ai lavori di Chazelle. Whiplash (2014), La la land (2016) e First man (2018) terminano infatti nello stesso modo. Il regista 37enne racchiude nel finale infatti forse tutto il significato del film, e lo fa nella maniera più giusta, enigmatica e impattante che un regista può fare: lasciando parlare le immagini.

Primo piano o primissimo piano dei protagonisti che nell’ultimo ciak si scambiano uno sguardo d’intesa. I due personaggi principali comunicano con gli occhi, le parole sono finite, hanno perso significato, ogni frase suonerebbe superflua.

Ora non ci resta che aspettare gennaio e vedere se Chazelle continuerà questa poetica tradizione.

https://www.instagram.com/p/CdQ8MdAJnFW/ finali di Chazelle.

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