Cannes 2022: Zelensky a sorpresa parla alla cerimonia d’apertura

Zelensky in collegamento durante la cerimonia di apertura di Cannes:  Lottiamo per la libertà

Inizio d’impatto quello che ha caratterizzato la 75esima edizione del Festival di Cannes. L’intervento (in streaming) inaspettato del presidente Zelensky ha provocato grande stupore da parte dei presenti che lo hanno accolto con una eloquente standing ovation.

Il discorso di Zelensky a Cannes: tra Chaplin e Coppola

Che il cinema non sia mai stato indifferente alle questioni sociali e agli avvenimenti storici non è una novità. Nella storia del cinema sono numerosi i cineasti che hanno voluto denunciare gli orrori e le angosce che i conflitti bellici scaturiscono. Ci riuscì sapientemente Chaplin che attraverso l’ironia fu in grado di dar forma alla tirannia di Hitler, e ci riuscì evidentemente anche Coppola con il suo film vincitore del premio Oscar, Apocalypse Now.

Abbiamo bisogno di un nuovo Chaplin per dimostrarci oggi che il cinema non è muto. L’odio alla fine scomparirà, i dittatori moriranno. Ma il cinema starà zitto o parlerà? Il cinema può stare fuori da questo?”. Le parole del presidente ucraino è sono un chiaro invito a tutti gli esponenti della settimana arte ad appoggiare la resistenza contro la Russia. D’altronde è risaputo, i mass media sono un potentissimo mezzo di propaganda in grado di plasmare il pensiero collettivo. Se ne accorse Orson Welles (Quarto potere) che nel 1938 in una trasmissione radiofonica reinterpretando il romanzo La guerra dei mondi, sotto forma di breaking news, seminò il panico tra gli ascoltatori che credettero veramente allo sbarco degli extraterrestri.

“Mi piace l’odore del Napalm al mattino” sono state le parole in riferimento al lungometraggio di Coppola, citando un’opera (forse la più significativa) che ha saputo raccontare con estrema chiarezza la drammaticità di un evento (guerra in Vietnam) e le logoranti conseguenze psicologiche che essa provocò. Una atto di denuncia quello di Zelensky al Festival di Cannes e di chiamata alle armi dei mass media. Anche in occasione dei Grammy il presidente fece un discorso analogo “I nostri bambini disegnano razzi che cadono, anziché stelle cadenti. I nostri musicisti indossano giubbotti antiproiettile al posto dello smoking. Cantano per i feriti, negli ospedali, anche a chi non li può sentire. Ma la musica riesce lo stesso a farsi strada. Riempite il silenzio con la vostra musica. Riempitelo oggi, per raccontare la nostra storia. Dite la verità riguardo a questa guerra”.

Guerra e Cannes

La storia del festival francese ha un legame profondo con la guerra in quanto nacque in risposta alle ingerenze della dittatura nazista e fascista nella selezione dei film per la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Inevitabile quindi che in in questa edizione i riflettori siano puntati (anche) sul conflitto Ucraina-Russia.

Mariupolis 2 del regista Mantas Kvedaravicius, morto mentre cercava di fuggire dalla città lo scorso aprile, sarà presentato nei prossimi giorni al festival in una proiezione speciale il 19 e 20 maggio. Nonostante le dichiarazioni del Festival secondo le quali non avrebbe accolto delegazioni ufficiali o strutture legate alla Russia, il regista russo dissidente Kirill Serebrennikov da anni in esilio in Germania è presente con il suo film “La moglie di Tchaikovsky“.

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