Da Nomadland a Soul: tutti i vincitori degli OSCAR 2021

Dalla location esclusiva a Glenn Close che balla: i primi Academy Award dopo la pandemia hanno fatto di tutto per tenerci svegli

Difficile pensare di aver guardato gli Oscar, questa notte. Tutto, eccetto l’iconica statuetta, suggeriva che si trattasse di un’altra cerimonia.

Quasi tutto lo show si è svolto presso la Union Station di Los Angeles, la principale stazione ferroviaria della città, in una veste del tutto inedita. All’esterno è stato infatti allestito un piccolo e simbolico tappeto rosso, il primo dall’inizio della pandemia, dove si sono alternate le stelle della serata di fronte ai (pochi) paparazzi. Proseguendo ci si è trovati in questo salotto a cielo aperto, che dava l’impressione di essere un party esclusivo, dove la maggior parte dei candidati ha potuto vedere in faccia gli avversari, dopo una award season segnata dalle premiazioni da remoto. A impreziosire ulteriormente questo ricco antipasto ci hanno pensato le esibizioni dei cinque candidati alla Miglior Canzone, tra cui figurava anche la nostra Laura Pausini con Io sì (Seen), risultata purtroppo sconfitta.

Inizia però lo show vero e proprio, con i candidati seduti non sulle poltroncine del teatro, bensì disposti a coppie attorno a dei tavoli, richiamando la disposizione dei Golden Globe. Quasi tutte le candidature si sono svolte in questa location, eccezion fatta per il premio alla Miglior Regia, annunciato dal vincitore dello scorso anno Bong Joon Ho, direttamente da Seul, e per uno dei due Premi umanitari della serata, presentato da Bryan Cranston al Dolby Theatre, la casa degli Oscar nelle ultime venti edizioni.

I vincitori

Emerald Fennell, vincitrice per la sceneggiatura originale con Una donna promettente

Tre Due Due Due Due Due Due Due Uno Uno Uno Uno. No non è un codice di qualche tipo né la combinazione di una cassaforte. Questi numeri rappresentano il numero di Oscar conquistati da tutti i film vincitori, andando a definire così una delle premiazioni più equilibrate degli ultimi anni.

Nomadland: Miglior film, Miglior regia, Migliore attrice protagonista

Frances McDormand e Chloe Zhao, vincitrici con Nomadland

Tre vittorie prestigiose per il film di Chloe Zhao, vera protagonista della serata. La regista cinese è una delle persone che è entrata nella storia, dato che si tratta solo della seconda regista donna, dopo Kathryn Bigelow, nel 2010 con The Hurt Locker, a vincere in questa categoria in 93 anni. La Zhao si porta a casa ben due statuette, figurando anche tra le produttrici del film, così come Frances McDormand, miglior attrice e produttrice. Con questi due oscar la McDormand si porta a 3 personali, dopo le vittorie nel 1997 e nel 2018 grazie alle sue performance in Fargo e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, figurando come la seconda donna a vincere per tre volte nella massima categoria di recitazione dopo Katharine Hepburn. Il film uscirà nelle nostre sale a partire da questa settimana e sarà disponibile su Disney+ dal 30 aprile.

The Father – Nulla è come sembra: Miglior sceneggiatura non originale, Migliore attore protagonista

Anthony Hopkins in The Father – Nulla è come sembra

Apriamo con The Father il folto gruppo di film premiati due volte nel corso della serata. Dopo una inaspettata ma meritata vittoria nella categoria dell’adattamento, curato da Christopher Hampton e Florian Zeller, sull’opera teatrale di quest’ultimo, è sul finale che arriva la grande sorpresa. L’ultimo premio della serata non è quello al Miglior film, bensì al migliore attore, che a detta di tutti sarebbe stato Chadwick Boseman, scomparso lo scorso anno, che ha vinto quasi tutto quello che c’era da vincere negli ultimi mesi. È invece Anthony Hopkins a trionfare, 29 anni dopo Il silenzio degli innocenti, che lo aveva fatto conoscere a tutto il mondo. Tra queste due vittorie ha collezionato 5 sconfitte e come ha riferito lo stesso attore in un video su Instagram questa mattina: “Non mi sarei mai aspettato alla mia età di vincere questo premio. Ringrazio l’Academy e dedico il premio a Chadwick Boseman”.

Sound of Metal: Miglior sonoro, Miglior montaggio

Riz Ahmed è Ruben Stone in Sound of Metal

Nessuna sorpresa per queste due categorie, dove l’agguerritissimo film di Darius Marder conferma il suo successo con una doppia vittoria tecnica. Impossibile non premiare il sonoro, vero e proprio protagonista della pellicola insieme a uno strepitoso Riz Ahmed. Il film è un racconto in soggettiva sonora dell’esperienza di un batterista metal che improvvisamente perde l’udito e il regista gioca tutta l’esperienza cinematografica tra vivere la realtà delle persone sorde e quella dei normoudenti. Nota piacevole all’annuncio della vittoria del montaggio: a presentare la vittoria del premio è stato Harrison Ford, che ha letto degli originali appunti di un montatore risalenti al 1982 e a un piccolo film di cui potete aver sentito parlare, Blade Runner. Il vincitore è stato Mikkel Nielsen, di origine danese, che ha omaggiato il suo Paese e la sua cultura cinematografica, che cresce costantemente grazie a grandi investimenti nell’istruzione.

Judas and the Black Messiah: Miglior attore non protagonista, Miglior canzone originale

Le Pantere Nere in una scena del film

Arriva in questa categoria una grande batosta per tutti gli spettatori italiani nella notte delle stelle. Non riesce infatti a Laura Pausini quella che sarebbe stata un’impresa storica: vincere l’Oscar alla miglior canzone con un pezzo cantato in italiano. Purtroppo non è andata così. A vincere sono stati H.E.R., Dernst Emile II e Tiara Thomas con Fight For You. Ha confermato i pronostici invece Daniel Kaluuya, che quest’anno ha fatto piazza pulita di tutti i premi disponibili. Un discorso molto emozionante il suo, dedicato principalmente al personaggio da lui interpretato. Nel film Kaluuya interpreta Fred Hampton, leader delle Pantere Nere, ucciso dall’FBI a soli 21 anni.

Il video ufficiale di Fight For You

Ma Rainey’s Black Bottom: Migliori costumi, Miglior trucco e acconciatura

Viola Davis è Ma Rainey

Altro boccone amaro per gli spettatori italiani. In entrambe le categorie era infatti candidato Pinocchio di Matteo Garrone, che nonostante l’eccellente lavoro si è visto sorpassare sia nei costumi che nel trucco e nell’acconciatura. A trionfare nelle due categorie è infatti Ma Rainey’s Black Bottom, che ha comunque meritato la vittoria. A sorprendere è stato più il premio che la pellicola non ha portato a casa. Stiamo ovviamente parlando dell’Oscar al migliore attore protagonista, quel Chadwick Boseman scomparso prematuramente l’anno scorso per un male incurabile. La prova attoriale del protagonista di Black Panther è stata eccellente, piena di energia e assolutamente memorabile, ma ciò non è bastato a convincere l’Academy.

Soul: Miglior film d’animazione, Migliore colonna sonora

Joe, il protagonista di Soul, è un insegnante di musica

Anche l’ultima fatica della Pixar si aggiunge al gruppone dei pluripremiati di questi Oscar. Se era quasi scontata la vittoria nella categoria di Miglior film d’animazione, non lo era affatto in quella di Migliore Colonna Sonora. Il team composto da Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste (terzo musicista afroamericano nella storia a conquistare la statuetta) ha infatti sbaragliato la temibile concorrenza di film come Da 5 Bloods e Mank. Batiste ha preso le redini anche del discorso di ringraziamenti, lui che è stato a capo della parte jazz delle musiche, particolarmente importante nel corso del film.

Mank: Migliore scenografia, Migliore fotografia

Gary Oldman e Amanda Seyfried, entrambi candidati agli Oscar

Non resta a bocca asciutta nemmeno Mank. Il film di David Fincher era quello con più candidature, ben 10, ma aleggiava attorno ad esso il fantasma di pellicole come The Irishman o Gangs of New York, entrambi con 10 nomination ma nessuna vittoria. Trionfa invece nella scenografia, grazie ad una fedelissima riproduzione degli anni ’40 dello scorso secolo, in particolare la loro dimensione cinematografica. “Ruba” invece da sotto il naso della Zhao il premio alla fotografia, negandole la tripletta di statuette: l’Academy ha premiato l’impressionante lavoro svolto dalla troupe nel ricreare l’atmosfera di quegli anni, rappresentati con un efficace e suggestivo bianco e nero. Si tratta dell’ultima pellicola ad aver ottenuto più di un premio nella notte delle stelle.

Una donna promettente (Promising Young Woman): Migliore sceneggiatura originale

Carey Mulligan è Cassie in Una donna promettente

Una donna promettente. Così si potrebbe definire Emerald Fennell, la sceneggiatrice e regista (debuttante) della pellicola. Con un passato da attrice e una sola esperienza alla scrittura, è un riusltato incredibile per Fennell, che è riuscita a girare il film in soli 23 giorni, durante il settimo mese di gravidanza.

Minari: Migliore attrice non protagonista

Il cast del film

Forse il momento più divertente di tutta la serata (sì, anche più di Glenn Close che twerka sulle note di Da Butt). Brad Pitt annuncia la vincitrice del premio, Yuh-Jung Youn, e senza saperlo stavamo aspettando questo momento da tutta la sera. L’attrice coreana è infatti visibilmente emozionata e prima ancora di ringraziare la sua famiglia o i suoi colleghi, ringrazia proprio Brad Pitt e gli comunica la sua gioia nell’incontrarlo finalmente di persona. Prosegue poi con un bellissimo discorso di rivincita, per lei che “solo l’anno prima guardava gli Oscar in televisione”.

Un altro giro (Druk): Miglior film internazionale

Mads Mikkelsen è Martin in Un altro giro

Altro momento alto della Danimarca agli Oscar 2021, con una delle vittorie più anticipate della serata. Il regista Thomas Vinterberg si è emozionato durante il suo discorso, dedicando il premio alla figlia scomparsa in un incidente d’auto prima dell’inizio delle riprese del film, a cui avrebbe dovuto prendere parte.

Tenet: Migliori effetti speciali

John David Washington è il Protagonista in Tenet

C’è spazio anche per il film di Christopher Nolan tra i vincitori di quest’anno. Tenet è stato uno dei pochi film in gara a uscire in sala globalmente nel corso del 2020, aiutando la temporanea riapertura delle sale alla fine della scorsa estate. Nonostante la pellicola sia stata molto discussa e non abbia convinto molti dei suoi spettatori, è innegabile la grandissima qualità dei suoi effetti, perlopiù pratici e non digitali, come da tradizione per i film di Nolan.

Il mio amico in fondo al mare (My Octopus teacher): Miglior documentario

Colette: Miglior cortometraggio documentario

Due estranei (Two Distant Strangers): Miglior cortometraggio

Se succede qualcosa, vi voglio bene (If anything happens, I love you): Miglior cortometraggio d’animazione

Tyler Perry e il Motion Picture & Television Fund: Premio umanitario Jean Hersholt

L’onorificenza è stata assegnata al regista e sceneggiatore Tyler Perry, da anni impegnato in cause umanitarie e di giustizia sociale. È stato premiato, proprio nel Dolby Theatre, la casa vera e propria degli Oscar, anche il Motion Picture & Television Fund. Per la prima volta l’Academy decide di premiare un’ente e non un singolo individuo, facendo uno strappo alla regola. Il Fund è una organizzazione di beneficenza impegnata a supporto a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, particolarmente sofferente a causa della pandemia.

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