
Si è concluso nella giornata di sabato il 74^ Festival di Cannes, dopo il suo rinvio a causa della pandemia di covid. Nei suoi 12 giorni ci sono state tante emozioni e anche una gaffe che ha fatto molto parlare di se. Scopriamo ora tutti i vincitori del Festival.
Palma d’oro onoraria
Partiamo dall’unica nota italiana nella manifestazione. Marco Bellocchio, che ha partecipato al Festival con il suo documentario Marx può aspettare, è stato premiato con la Palma d’oro onoraria, per celebrare la sua carriera lunghissima e piena di successi. Il regista piacentino, che compirà 82 anni il prossimo novembre, vanta quasi sessant’anni di carriera dietro la macchina da presa. Da ricordare alcuni dei suoi successi, come La Cina è vicina, Enrico IV e il recente Il traditore. Già vincitore di numerosi David di Donatello e Nastri d’Argento, la Palma d’oro rappresenta un vero e proprio coronamento per una carriera fantastica come la sua. Ad essere insignita di tale premio è stata anche Jodie Foster. L’attrice statunitense, fresca del successo ottenuto con The Mauritanian, ottiene l’ennesimo riconoscimento nella sua carriera. Foster conta tra le altre cose ben quattro candidature (e due vittorie) agli Oscar, a partire dal lontano 1977 in cui, solo 15enne, si fece notare dal grande pubblico con la sua performance in Taxi Driver di Martin Scorsese.

Premio della giuria
Passiamo ora alle premiazioni dei film in gara. Il Premio della giuria ha visto due vincitori ex aequo. Il primo è Haderek di Nadav Lapid. Il regista israeliano, già vincitore dell’Orso d’oro a Berlino con Synonymes, si riconferma con una pellicola che racconta un lato del cinema del suo paese, in maniera turbolenta e ricca di tensione. L’altro vincitore in questa categoria è stato Memoria, di Apichatpong Weerasethakul. Il regista thailandese torna al successo a Cannes, dopo la Palma d’oro a Cannes per Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti.

Miglior attrice e Miglior attore
Renate Reinsve e Caleb Landry Jones sono i vincitori di queste due categorie. L’attrice norvegese trionfa grazie alla sua performance in Verdens verste menneske, film in cui tutto il peso della trama è sulle sue spalle. Jones invece ha convinto la giuria con la sua interpretazione di Nitram nell’omonimo film, che racconta la storia vera del massacro di Port Arthur del 1996.

Miglior sceneggiatura
I vincitori di questa categoria vengono direttamente dal Giappone. Stiamo parlando di Ryūsuke Hamaguchi (che è stato anche regista) e Takamasa Oe per il film Doraibu mai kā (Drive my car), insignito anche di diversi premi indipendenti durante il Festival.

Miglior regista
Il ritorno alla regia del grande Leos Carax non poteva che coincidere con un immediato successo di critica. Nove anni dopo il suo Holy Motors, che ancora oggi fa tanto parlare di sé per le sue qualità e la sua unicità (e che vi consigliamo di recuperare), il regista francese presenta Annette, il suo esordio in lingua inglese. La pellicola ha per protagonisti un quasi premio Oscar, Adam Driver, e la premio Oscar Marion Cotillard. Annette è uno dei film che probabilmente farà più parlare di sé nella Award Season di questo inverno. Trionferà anche agli Oscar?

Grand Prix speciale della giuria
Sembra proprio che la giuria abbia voluto premiare più film possibili quest’anno. Anche in questa categoria infatti, la seconda più prestigiosa dopo la Palma d’oro, troviamo due vincitori ex aequo. Si tratta di Hytti nro 6, del finlandese Juho Kuosmanen, e di Qahremān, per la regia dell’iraniano Asghar Farhadi.

Palma d’oro
Ma è proprio il premio più ambito che ha fatto parlare tanto di sé. In anticipo rispetto alla premiazione infatti Spike Lee, il presidente della giuria di quest’anno, si è erroneamente lasciato scappare il vincitore della Palma d’oro di fronte ai giornalisti. Nessuno si aspettava una gaffe del genere da parte del regista e sceneggiatore americano, che ha lasciato a bocca aperta sia gli altri membri della giuria, che la host del Festival, che gli stessi giornalisti. Il premio è andato a Titane, il meraviglioso film francese di fantascienza di Julia Ducournau, che era salita alla ribalta nel 2016 proprio a Cannes con Raw – Una cruda verità.


Studente del corso magistrale di Informazione, Culture e Organizzazione dei Media presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Appassionato di cinema, serie tv e di tutto il mondo dell’audiovisivo.