Recensione “Finale a sorpresa”: una esilarante satira meta-cinematografica

locandina del film

Finale a sorpresa è il nuovo film di Gaston Duprat e Mariano Cohn, una esilarante commedia che attraverso il medium cinematografico parla della settima arte (metacinema). I due registi sono riusciti a realizzare un prodotto che è una vera e propria fotografia, che oscilla e si sviluppa lungo due mondi antitetici di intendere l’arte e la recitazione. Ecco la nostra recensione.

trailer del film

La trama di Finale a sorpresa

L’imprenditore Humberto Suarez (Jose Luis Gomez) è ormai anziano. Nel corso della sua carriera ha costruito tanto, ma il suo ultimo desiderio è quello di legare il suo nome a un’opera che resti nella storia. Un ponte? una statua? No. Humberto Suarez vuole produrre un capolavoro cinematografico. Finanzierà ogni cosa ma esige solo il meglio: il romanzo di un premio Nobel, la regista più in auge del momento e gli interpreti più bravi.

L’eccentrica, singolare Lola Cueva (Penelope Cruz) dirigerà dunque il film e i due attori Feliz Rivero (Antonio Banderas) e Ivan Torres (Oscar Martinez) in una storia ricca di colpi di scena e trovate originali.

La recensione di Finale a sorpresa

Uno dei topoi della commedia classica e non, consiste nel mettere a confronto due caratteri portatori di visioni agli antipodi. Mariano Cohn e Gaston Duprat è proprio questo che cercano di fare con il loro Finale a sorpresa. L’antagonismo dei due attori interpretati magistralmente da Banderas e Martinez è la sintesi dicotomica perfetta delle divisioni interne al mondo del cinema. Da un lato abbiamo Feliz che incarna quella realtà assoggettata ai riflettori sui red carpet, ai riconoscimenti pubblici e al successo del pubblico. Dall’altro lato invece abbiamo Ivàn che considera il soldo come nemico della creatività e ancorato al ruolo dell’attore nella sua accezione più intima.

Una scena del film

Il compito della regista Lola Cuevaz sarà proprio quello di connettere, senza far collidere, l’ego smisurato dei due attori attori protagonisti che cercherà di smascherare attraverso pratiche eccentriche e singolari.

Il meccanismo che sottende tutta la struttura del film, risiede esattamente all’interno del processo creativo che la regista affronta e nelle performance dei due attori. Finale a sorpresa diventa quindi un film sottilmente satirico che gioca con lo spettatore inserendo la realtà del film all’interno di una pellicola che non esiste.

Uno dei metodi adottati dalla regista per cercare di unire i suoi attori

La regia

I due registi argentini ormai al loro terzo lungometraggio realizzano un film estremamente sobrio dal punto di vista della regia. La maggior parte delle scene sono tutte mostrate attraverso l’uso di long take che valorizzano ancora di più la teatralità dell’opera che gioca molto anche con il montaggio interno e i movimenti dei corpi.

Raramente si opta per scelte di montaggio classico come il campo-controcampo e diventa molto interessante l’utilizzo che i due registi fanno della profondità di campo. (es figura 1 e figura 2).

Conclusioni

Se ci si approccia alla pellicola aspettando grasse risate probabilmente resterete delusi, la comicità adoperata in Finale a sopresa è molto più sottile che fragorosa, è tutta giocata sulle interazioni tra i personaggi, con alcune sequenze che sono impostate e messe in scena esattamente come degli sketch in cui gli attori recitano di recitare. Il film del duo argentino non sarà certamente un capolavoro ma pone lo spettatore in un microcosmo caoticamente controllato: caotico perchè nella pellicola accade di tutto, controllato perchè quello che succede è esattamente quello che è scritto sulla sceneggiatura.

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