
Nella stessa settimana in cui i Marvel Studios ci hanno regalato il ritorno di Daredevil nell’ottava puntata di She-Hulk, un altro regalo è arrivato per i fan più accaniti. Sto parlando di Licantropus (noto nel mondo come Werewolf by Night), una cosiddetta “special presentation” della casa di produzione. Il progetto, annunciato ufficialmente al D23 ma di cui nell’ambiente si chiacchierava già da tempo, prende la forma di un lungometraggio di breve durata (siamo intorno all’ora di visione) e apparentemente senza né capo né coda. Rappresenta un unicum nel vasto ecosistema mediale creato dai Marvel Studios e sicuramente è un esperimento interessante, che merita l’attenzione che gli sto riservando con questo articolo. Bando alle ciance e addentriamoci nella recensione di Licantropus!
La trama
Licantropus, seppur ambientato nella contemporaneità del Marvel Cinematic Universe, prende subito le distanze dai fatti narrati finora in questo universo. Questo speciale vuole aprire il mondo più oscuro e nascosto di questa realtà fittizia, fatta di mostri e cacciatori. Proprio questi ultimi sono radunati in questa magione sperduta per commemorare la morte di Ulysses Bloodstone, anziano leader dei cacciatori di mostri. I convocati dovranno gareggiare tra di loro per ottenere la Bloodstone e divenire il nuovo leader. La competizione consiste nello stanare ed uccidere una bestia all’interno di un labirinto. Tra i cacciatori troviamo Jack Russell (Gael Garcia Bernal), che vanta più di 100 uccisioni di mostri, e Elsa Bloodstone (Laura Donnelly), figlia di Ulysses.
Qualcosa di nuovo
In quello che sembra essere un universo saturo eppure sempre in espansione, in pochi si sarebbero aspettati qualcosa di veramente nuovo da parte dei Marvel Studios. Dopo un’estate non proprio felice, con il successo discreto di Love & Thunder e la delusione di Ms. Marvel e di She-Hulk, l’autunno inizia alla grandissima. Licantropus rappresenta una ventata d’aria fresca per i fan della Marvel e non solo. Questo speciale rispolvera un personaggio spesso bistrattato nella storia fumettistica, nonostante abbia debuttato negli anni ’70 e sia stato protagonista di diverse run nel corso degli anni. Già i titoli di testa ci dicono che siamo di fronte a qualcosa di nuovo. La tarantella dei Marvel Studios parte in tutta la sua gloria, ma qualcosa non va: è in bianco e nero, la musica è diversa e ogni tanto viene interrotta da graffi sullo schermo. Licantropus si sta facendo strada all’interno del Marvel Cinematic Universe.

Omaggio all’horror classico
Uno dei più grandi pregi di Licantropus è l’essere uno dei migliori omaggi moderni ai film horror degli anni ’30 e ’40. Lo stile dello speciale diretto da Michael Giacchino è un riferimento continuo ai grandi classici, come Frankesnstein di James Whale del 1931. La scelta del bianco e nero va proprio in questa direzione, trasportandoci ancora di più in una dimensione altra rispetto a quella che ci aspetteremmo da un prodotto Marvel Studios. La regia e la colonna sonora di Giacchino (al debutto come regista) fanno il resto. La prova dei protagonisti, su tutti Bernal e Donnelly, completano il quadro di quello che è un prodotto sui generis della casa di produzione. Il presidente degli Studios Kevin Feige ha parlato di Licantropus come l’inizio di qualcosa di grande per i Marvel Studios, riferendosi al fatto che il lato ‘mostruoso’ avrà un futuro nell’universo, con altri indizi nei prodotti della Fase 4 (e con l’arrivo di Blade, il noto ammazzavampiri, nella Fase 5).
Conclusioni
Licantropus rappresenta un ottimo esperimento in un universo come quello Marvel che sta iniziando a risentire della sovrappopolazione. Con una Fase 4 con luci ed ombre che sta volgendo al termine, viene da chiedersi se la corrente Saga del Multiverso riuscirà a pareggiare il successo della precedente Saga dell’Infinito. Prodotti come Licantropus possono essere una giusta via di mezzo tra le finora non troppo convincenti serie targate Disney+ e i lungometraggi, magari spianando la strada a un nuovo genere di intrattenimento. Lo speciale di Giacchino incanta gli occhi, spaventa il giusto e, soprattutto, sorprende. In un mondo in cui la CGI (Computer Generated Image) è tutto, a volte troppo (basti vedere She-Hulk per rendersene conto), vedere un lupo mannaro tutto pelo è una strana gioia per gli occhi.
Voto: 8,5/10.
E voi, cosa ne pensate della nostra recensione di Licantropus? Lo avete recuperato su Disney+? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!

Studente del corso magistrale di Informazione, Culture e Organizzazione dei Media presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Appassionato di cinema, serie tv e di tutto il mondo dell’audiovisivo.