Mai giocato a Never Have I Ever?

Le lezioni sono iniziate da un paio di giorni, c’è nell’aria quel fermento adolescenziale che ti prende anche se hai superato la ventina e la terza stagione di Sex Education non è ancora uscita; non disperare, abbiamo Never Have I Ever. 

La serie, creata da Mindy Kaling e Lang Fisher, è un prodotto Netflix recente, entra nel catalogo nel 2020 e fa uscire la seconda stagione nel mezzo dell’estate, a metà luglio, quando la gente sostanzialmente è in vacanza e non vede niente. Eppure, è un peccato. 

La storia 

Ponendosi nel solco del teen drama senza diventare troppo drama, la storia ruota con ironia e sarcasmo attorno alla complessità dei rapporti familiari e sociali, indagando soprattutto le sorti di Devi Vishwakumar, una giovane studentessa che vive a Los Angeles, ma dalle origini indiane. Questo dato è molto interessante, in quanto consente di approfondire e rompere tutta una serie di stereotipi legati alle tradizioni e alle pressioni che la ragazza sente su di sé, date spesso sia dalla società che dalla famiglia.

Nel corso della prima stagione, impariamo a conoscere la protagonista, le sue amicizie (quelle vere e quelle sperate; come non di rado accade, il punto di vista raccontato è quello di un’outsider, spesso invisibile alla cerchia dei più popolari) e soprattutto il suo passato, profondamente segnato dalla scomparsa prematura del padre, al quale non solo era molto legata, ma a cui era di fatto affidato anche il mantenimento degli equilibri familiari; la madre Nalini, infatti, ha un temperamento molto rigido e esigente, il che la porta a scontrarsi con la figlia quotidianamente, mentre il marito era più permissivo e accondiscendente. 

La seconda stagione 

Le puntate fresche fresche perdono in parte il tono incalzante delle prime, un po’ operando dei salti temporali talvolta evitabili, un po’ ritornando su tematiche che si sarebbero potute risolvere in due episodi, ad esempio il dubbio di Devi sul ragazzo da frequentare, gestito similmente a quanto fatto in Ginny & Georgia, rendendo francamente uno dei due a dir poco fastidioso da vedere sullo schermo.

Il pregio sta nell’allargare il campo, approfondendo personaggi prima osservati di scorcio, come Nalini, impegnata a scegliere del suo futuro sul campo professionale e personale e una nuova compagna di scuola, Aneesa, con la quale Devi condivide la doppia cittadinanza, americana e indiana, e la difficoltà di inserirsi nel tessuto sociale senza snaturarsi. 

Nel parlare di inclusività, rispetto e fedeltà a se stessi, la serie fa un lavoro superbo, lasciando da parte sermoni emotivamente toccanti tenuti dai protagonisti o grandi litigi- il tono è sempre ironico, ma non per questo distaccato. Vediamo Devi e la sua famiglia soffrire, ma li vediamo anche rialzarsi, grazie ai valori dell’amicizia e della comprensione reciproca. 

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