MIA – Ivano De Matteo: l’amore che fa male, ma non solo

MIA, l’ultimo film del regista romano Ivano De Matteo, uscito nelle sale italiane lo scorso 7 aprile, è un film sull’amore; l’amore tossico e velenoso, al quale si intreccia, quasi in punta di piedi, l’amore quello genuino e puro.

De Matteo ritorna sul grande schermo dopo 3 anni, e lo fa con un film per tutti e che parla a tutti. Racconta la storia di Mia (Greta Gasbarri), una ragazzina di 15 anni che vive la sua adolescenza nella maniera più tradizionale possibile, tra un padre (Edoardo Leo) apprensivo, più per facciata che per necessità, una madre (Milena Mancini) comprensiva e accogliente, e le sue amiche con le quali condivide chiacchere, banchi di scuola, maschere per il viso, uscite e forse qualche sigaretta.

Poi arriva Marco

L’equilibrio della giovane ragazza viene bruscamente rotto dall’arrivo, un po’ per caso o forse no, di un ragazzo più grande, Marco (Riccardo Mandolini). I due si conoscono, si frequentano, si piacciono e si innamorano, o almeno Mia si innamora, Marco sembra quasi incapace di innamorarsi. Quello che a Mia sembra amore, per Marco non è altro che una brutta ossessione; ossessione di possesso e di controllo. Fissazione che viene inizialmente ritenuta innocente e subito etichettata come la tipica infatuazione da primo amore, si trasforma poi in qualcosa di velenoso e fortemente tossico in cui Mia fatica a stare a galla. A questo liquido velenoso che intossica la spensieratezza di Mia, si contrappone l’amore vero, puro e sincero: quello di Sergio e Valeria, papà e mamma. La coppia accoglie la nuova relazione della figlia in due modi opposti: a una madre sognante che sembra rivivere le emozioni del primo amore insieme alla figlia, si oppone un padre da subito dubbioso e poco convinto del rapporto tra Mia e Marco.
I dubbi di Sergio ben presto si trasformano in una difficile realtà: Mia smette di uscire, di andare alle feste, di truccarsi e di andare agli allenamenti di pallavolo; sembra dimenticare i suoi interessi e la sua personalità. Marco la tiene in pugno, rendendola solo sua.

L’amore può salvare

L’amore per Marco la consuma e la annulla, dimostrando appunto il lato tossico e malato dell’amore. Quello di Sergio e Valeria, la salva, o per lo meno ci prova, dimostrando la sua forza. Sergio vuole reagire, cerca in ogni modo di salvare la figlia; chiama le amiche, parla con loro, le invita a cena a casa, e affronta anche Marco pur di riavere la sua Mia, quella che lui conosce. L’empatia del padre, le attenzioni e gli sforzi dei genitori sembrano farla rinascere, ritornare a riaccendersi e a rivivere i suoi 15 anni, gli amici, i concerti e le birre al bar.

Mia e Marco in una scena del film

Dalla vita di Mia, Sergio e Valeria si respira un senso di casa; nei loro battibecchi e nelle loro chiacchere si riconosce un posto sicuro, un posto in cui potersi nascondere e scappare da tutto quello che c’è fuori, un posto in cui sentirsi capiti e soprattutto amati, per davvero. De Matteo, per fortuna, abbandona un po’ la rappresentazione dell’adolescente ribelle, e dei genitori passivi, portandoci dentro la casa di una qualunque ragazzina romana. É nella normalità e nella quotidianità con cui la relazione figlio – genitore ci viene mostrata che si percepisce l’amore genuino che lega una famiglia umile come quella di Mia, e che appunto la protegge.

Una storia per tutti e di tutti

Con Mia, Ivano De Matteo vuole generare una reazione in chi si trova impotente ad assistere al dramma di questa 15enne, una ragazzina che potrebbe essere la figlia, l’amica o la sorella di qualsiasi persona seduta in sala. Tutto in questo film sa di normalità, a partire dal piccolo appartamento romano di Mia e la sua famiglia, il suo liceo, il bar che frequenta, e purtroppo anche la violenza e il controllo psicologico che Marco inizia ad avere sulla ragazza.
Attraverso la normalità, e senza troppi artifici, De Matteo è capace di portare sullo schermo temi indubbiamente difficili da affrontare tra cui la violenza, il revenge porn e anche la fragile relazione tra genitori e figli durante l’età adolescenziale.

Ivano De Matteo sul set di Mia

La chiave di forza di questo film è senza dubbio la semplicità, capace di renderlo un film che parla a tutti, che fa male, fa riflettere e fa capire come l’amore può far male, ma non solo (e non sempre).

One thought on “MIA – Ivano De Matteo: l’amore che fa male, ma non solo

  1. Bellissimo film recensito in maniere egregia. Ha saputo cogliere la vera essenza del film dando valore ai sentimenti più puri e semplice. Parole che arrivano dritte al Cuore . Complimenti davvero

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