Pur di vedere Penn Badgley, ci guardiamo anche YOU (fino alla terza stagione)

Disponibile su Netflix da un paio di settimane, la terza stagione dello show di Greg Berlanti e Sera Gamble basato sui romanzi Caroline Kepnes ci tiene incollati allo schermo come poche serie sono ancora in grado di fare dopo le prime stagioni. 

La storia ruota attorno a Joe Goldberg, giovane newyorkese con una passione per la letteratura e la preservazione del libro scritto tanto da spingerlo ad occuparsi di edizione rare e consunte. Un animo romantico nell’epoca della tecnica e dei social dai quali sono ossessionati i personaggi attorno a lui (nessuno veramente escluso) e invece pericoloso maniaco, alla ricerca dell’amore e della donna perfetta, si lancia costantemente in relazioni che si concludono con la morte della compagna, a causa della sua mania del controllo

La terza stagione

Nella terza stagione però, partiamo da presupposti leggermente diversi; è vero che Joe ha intravisto, nel finale di stagione precedente, una nuova ragazza, ma è ora un padre di famiglia, sposato con Love, all’apparenza energica, schietta e bellissima, ma che in realtà ha complottato contro di lui con le sue stesse armi fino a costringerlo a sposarla. 

Un’unione di fatto tra due stalker acutissimi, che non deve farci dimenticare la prospettiva dalla quale stiamo osservando la realtà, quella di Joe e che segna quindi il destino della moglie, pur dandole ampio spazio all’interno di tutta la stagione. 

L’ansia e la violenza sono ormai sdoganate e ce le si aspetta premendo play su questo prodotto, anche se sembra affievolirsi l’impeto legato ad una concezione malata del sentimento amoroso, aprendo verso nuovi scenari, di critica sociale e di riflessione sull’essere genitori. 

Interessante la gestione della pandemia all’interno della narrazione; il protagonista commenta, entrando in contatto con i nuovi vicini, inseriti in un contesto residenziale per ricchi, che i complotti non esistono, ma i privilegi per le classi sociali più elevate sì: mentre il mondo stava dietro le finestre a contare le ore che passavano sperando di non ammalarsi e pregando per i propri cari, nel quartiere festeggiavano. 

Forse anche per questo in fondo non riusciamo ad odiare Joe, dato molto pericoloso considerato l’elevata pericolosità di un personaggio con questi tratti, sottolineato dallo stesso interprete, Penn Badgley, in seguito ad alcune dichiarazioni del suo fandom che vedevano gli utenti augurarsi di trovare un ragazzo “come Joe”. 

Il ritmo è buono, la fotografia e la colonna sonora adatte al genere, YOU va affiancata al filone dei thriller psicologici con connotazione young adult, un pochino sopra 13 reasons why, Ginny & Georgia ecc, un buon erede di Pretty Little Liars, ma più scorrevole. A renderlo un prodotto solido, l’interpretazione di Penn Badgley, capace di passare da un serafico sorriso a un’impassibilità omicida. 

Consigliata la visione se vi piace il genere, ma non aspettatevi i colpi di scena della prima stagione; quella è inarrivabile. Comunque, la quarta si fa. 

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