Recensione Don’t Worry Darling: tutto hype e niente arrosto?

Dopo la bufera che ha scatenato all’ultimo Festival di Venezia, Don’t Worry Darling è finalmente sbarcato nelle nostre sale. Giusto in tempo, aggiungerei: il film di Olivia Wilde ha debuttato il 22 settembre, ultimo giorno della rassegna Cinema in Festa, in cui moltissime sale hanno proiettato film a prezzo ridotto. Addentriamoci nella recensione di questa chiacchieratissima pellicola e scopriamo se il polverone sollevato a Venezia ha veramente rovinato questo film (spoiler: no) o lo ha lanciato definitivamente (spoiler: sì).

Pochissime volte capita di vedere un trailer, immergersi completamente nel mondo che crea in soli 2 o 3 minuti, crearsi delle aspettative e non venire delusi. Recentemente mi è capitato con The Batman, ad esempio, ma anche con Elvis e Top Gun: Maverick. Don’t Worry Darling fa parte di questo gruppo di film. Nonostante la sua campagna marketing sia stata indubbiamente influenzata dagli scandali delle ultime settimane (che, per chi non ha seguito la vicenda, riguardano sputi, relazioni tra attori e regista e tante altre cose simpaticissime, ma di cui ci interessa relativamente), il film si era presentato nel modo giusto. Il secondo trailer ufficiale in particolar modo permette allo spettatore di calare alla perfezione nel magico mondo di Victory e viverlo attraverso gli occhi di Alice (Florence Pugh), la protagonista.

La trama

Siamo negli anni ’50/’60, nella loro versione più stereotipata possibile. Victory è una classica cittadina americana, la cui comunità è composta da mariti che lavorano duramente e mogli diligenti che li aspettano a casa. Tutti gli uomini lavorano al progetto Victory, di cui non si conosce bene l’entità ma di cui si è sicuri dello scopo: cambiare il mondo. Per le donne la vita è molto lineare: il loro compito è vivere felici, accontentare i mariti e, soprattutto, non fare domande. La classica beate ignoranza insomma. A un certo punto, però, una delle donne inizia ad avere dubbi sulla natura idilliaca in cui i protagonisti sono immersi. “Cosa ci facciamo qui?” “Cos’è Victory?” sono le domande più gettonate. Anche la stessa Alice cade trappola del dubbio: inizia ad avere allucinazioni, a vivere la realtà in maniera molto più diversa da come era abituata. Vuole arrivare in fondo alla questione, ed è proprio così che l’incantesimo si spezza.

Il giorno e la notte | Recensione Don’t Worry Darling

Don’t Worry Darling si colloca nella lunga serie di prodotti che, negli ultimi anni ma non solo, ammiccano al futuro distopico. Serie tv come Black Mirror ma anche film come Inception, che disegnano mondi nascosti dietro una facciata più o meno riconoscibile. Chiari, infine, i richiami (probabilmente non voluti) alla recentissima WandaVision. Allo stesso tempo, il film di Olivia Wilde appartiene fortemente a un genere molto moderno di horror, in cui il paradiso idilliaco viene travolto dai suoi segreti: uno dei grandi esempi in questione è Midsommar, con la stessa Florence Pugh protagonista. Wilde riesce ottimamente nel suo intento: ci meraviglia con delle ambientazioni anni ’50 fatte su misura per l’occhio dello spettatore nostalgico e ci turba con allucinazioni, trovate registiche e sonore di prim’ordine. Dal punto di vista delle emozioni, Don’t Worry Darling fa esattamente quanto un film del genere promette: ti culla per poi schiaffeggiarti, ti stringe al petto per poi lasciarti cadere.

Regia e sonoro | Recensione Don’t Worry Darling

Uno dei più grandi meriti del film è da attribuire a Olivia Wilde. L’attrice è solo al suo secondo lungometraggio come regista ma si comporta egregiamente. Spesso, durante la visione, è difficile prevedere cosa succederà dopo, non solo grazie a un buon lavoro degli sceneggiatori, ma anche e soprattutto grazie alla tensione costruita attraverso il binomio regia-sonoro. Se da una parte la Wilde confeziona diverse scene ricercate, che rendono perfettamente sia il contesto paradisiaco di Victory sia il suo lato oscuro, dall’altra parte il sonoro si prende spesso la scena. Quest’ultimo è quasi sempre presente, tra una colonna sonora che pesca ampiamente dalle sonorità anni ’50 e ’60, con canzoni come The End of The World di Skeeter Davis o Sh-Boom dei The Chords, e suoni ansiogeni e evocativi dalla metà del film in avanti.

Florence Pugh & co. | Recensione Don’t Worry Darling

L’altro grande merito del film è da attribuire al suo cast femminile. Florence Pugh domina la scena con la sua Alice, sia nella sua versione ‘casalinga’ sia nella sua versione ‘Mad Max’. La sua espressività è unica e molto riconoscibile nel panorama contemporaneo di Hollywood e la sua versatilità la sta portando a ruoli sempre più diversi nel cinema moderno. Dopo il suo lancio con Lady Macbeth e la definitiva esplosione con Midsommar, abbiamo potuto ammirarla in Piccole Donne, Black Widow e la vedremo presto nel sequel di Dune e in Oppenheimer, l’ultimo film di Cristopher Nolan, entrambi in uscita nel 2023. Accanto a lei, anche le prestazioni di Olivia Wilde, Gemma Chan e di tutto il cast femminile sono state il cuore pulsante del film. A differenza dei vari mariti, a partire da un Harry Styles moscissimo per 3/4 del film e un Chris Pine senza pretese. In un film che punta così tanto sul binomio mogli/mariti, si poteva sperare in qualcosa di più.

Conclusioni

Don’t Worry Darling emoziona, cattura l’occhio e fa rimanere attaccati alla poltrona. Le attrici rubano la scena, mentre i ragazzi stanno a guardare. Olivia Wilde ha un gran futuro come regista, soprattutto se continuerà ad avere un così proficuo dialogo con il reparto sonoro. Il film non è però esente da difetti, come la mancanza di spiegazione di alcuni punti della trama, una parte centrale leggermente lenta e la già citata mancanza di espressività del cast maschile. Nel complesso il film è divertente in alcuni tratti, molto bello da vedere e ascoltare e lascia grandi immagini scalfite negli occhi dello spettatore. Se siete fan degli horror moderni e distopici è un must-see. Se siete fan di Florence Pugh è un must-see. Per tutti gli altri non è un must-see, ma ne vale comunque la pena. Cosa ne pensate della nostra recensione di Don’t Worry Darling? Fatecelo sapere nei commenti!

P.S. : è un must-see anche per i/le fan di Harry Styles perchè, anche se ha recitato malino, è comunque bello da vedere.

Voto: 8/10

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