
Ieri si è conclusa Secret Invasion, l’ottava (!) serie live action dell’MCU approdata su Disney+. Premesse avvincenti e una conclusione mediocre, campagna marketing incentrata su una domanda precisa (“Di chi ti fidi?”) e completamente fuorviante, la sensazione di aver guardato un film che non ha avuto il budget di diventare tale: gli ingredienti per l’ennesimo prodotto mediocre della Marvel ci sono tutti. Ma andiamo con calma.
Trama
Dopo gli eventi di Captain Marvel, sappiamo che Nick Fury (Samuel L. Jackson) collabora da 30 anni con gli Skrull, una razza aliena mutaforma rimasta senza pianeta. Questi ultimi sono divisi: una parte è ancora fedele agli umani e a Fury, mentre un’altra, che cresce ogni giorno sempre di più, capitanata da Gravik (Kingsley Ben-Adir, uno dei Ken di Barbie), vuole scatenare il caos sulla Terra. L’ex leader dello SHIELD, costretto a rientrare sul pianeta dopo anni passati in una stazione segreta nello spazio, è l’unico (a quanto pare) che può interrompere l’incombente minaccia.
La peggior serie Marvel? | Recensione Secret Invasion
Diciamocelo chiaramente: Secret Invasion è una seria candidata al titolo di peggior serie Marvel. Le principali rivali sono Ms. Marvel e She-Hulk, ma la risposta può variare a seconda dei gusti. In Secret Invasion si ripete un trend ormai tipico per molte serie dell’MCU. La serie parte bene, pianta degli ottimi semi e setta un mood, quello dello spy-thriller, che non vedevamo da The Winter Soldier, quasi 10 anni fa. Col passare degli episodi però (che rimangono sei, a testimoniare ancora una volta come ci troviamo di fronte ad un mancato film più che a una serie), ci accorgiamo di alcune crepe: la posta in gioco è troppo grande per poterla trattare in così poco tempo, non ci sono veri e propri colpi di scena e anche quelli che ci sono vengono resi in maniera mediocre. Diversamente da alcune altre serie, non abbiamo il crollo all’episodio quattro. Tuttavia, come è già successo in passato, abbiamo un pessimo finale, di quelli che speri di dimenticare in fretta.

Incongruenze | Recensione Secret Invasion
Avete mai pensato, mentre guardate un prodotto Marvel, “Ma perché non interviene il supereroe X a salvare la situazione?”. Ecco, mai come in questa serie la domanda appare sensata. Se di solito ci possiamo accontentare di qualche scusa in sceneggiatura, o semplicemente il cattivo di turno che ce l’ha particolarmente col protagonista interessato, qui non ci sono scuse. In nessun universo, fittizio o reale che sia, ci si può permettere di assistere a un conflitto internazionale sulla falsa riga della Terza Guerra Mondiale senza che NESSUN SUPEREROE intervenga. Non è accettabile. Posso accettare Spider-man che difende da solo New York, ma non questo. Soprattutto, non posso accettare la gestione del Presidente degli Stati Uniti nelle ultime due puntate. Lì si è davvero raggiunto un livello infimo anche per l’MCU.
Piatta | Recensione Secret Invasion
Uno dei problemi maggiori della serie, a mio avviso, è ciò che trasmette allo spettatore. Tutte le serie Marvel, anche le peggiori, ti danno un motivo per guardarle lungo tutta la loro durata. Anche Ms. Marvel e She-Hulk ce l’avevano: che fosse la presenza di una nuova eroina, il fattore comico o altro, un minimo motivo per spingerti alla puntata successiva c’era. In Secret Invasion, fatta eccezione per il primo episodio, che rimane ben fatto, è difficile per lo spettatore, anche quello più appassionato, trovare un motivo per proseguire la visione. La tagline di cui parlavo sopra dovrebbe presumere la presenza di chissà quali rivelazioni, mentre queste sono poche, abbastanza scontate e decisamente insoddisfacenti. Anche le motivazioni del villain non vengono approfondite, buttando in vacca un conflitto potenzialmente interessante.

Conclusioni
Secret Invasion è il punto più basso dell’MCU del post-Endgame, almeno dal punto di vista seriale. Nonostante le ottime premesse, che avevano come riferimento una delle storie a fumetti meglio riuscite dall’azienda, il prodotto scade nella noia, nella banalità e termina con un finale più che dimenticabile. La sensazione è quella di aver visto non un progetto, ma un ponte ad almeno altri due (il prossimo Captain America e The Marvels, che si preannuncia essere il più grande flop degli Studios). Cosa salvare? Veramente poco. Forse solo Olivia Colman, un raggio di luce in mezzo a mille prestazioni nella media. Da fan della Marvel, spero che il flop di Secret Invasion possa far ricalibrare la direzione del prossimo futuro anche se, tuttavia, il percorso sembra già ben delineato e l’attuale stato dell’industria, letteralmente in stallo a causa degli scioperi, non fa che peggiorare le cose.

Studente del corso magistrale di Informazione, Culture e Organizzazione dei Media presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Appassionato di cinema, serie tv e di tutto il mondo dell’audiovisivo.