The Witcher, seconda stagione: Cronaca di una grande delusione.

Attendevamo da tempo la seconda stagione di The Witcher. Dopo una prima stagione scricchiolante e piena di difetti, i potenziali sviluppi della storia e un trailer molto convincente avevano risollevato le nostre speranze in vista del ritorno di Geralt di Rivia sul piccolo schermo. L’hype era alle stelle. Le aspettative erano molto alte. La serie tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski è tornata e il risultato non è stato di certo quello previsto. Bisogna dirlo subito e in maniera chiara: la seconda stagione di The Witcher è una grande delusione e lo è sotto molteplici aspetti.

I Personaggi: da punto di forza a vittime.

Uno dei pochi elementi salvabili della prima stagione era senza dubbio la presenza di una ristretta cerchia di personaggi interessanti e ben scritti. Primo tra tutti Geralt, interpretato da un Henry Cavill in stato di grazia, nato per il ruolo di Witcher. Anche le coprotagoniste Cirilla e Yennifer facevano la loro figura, a netto di un’evoluzione della seconda fin troppo brusca e repentina. In questa seconda stagione, tutti diventano delle vittime. Non vittime intese come personaggi deboli, ma vittime di una sceneggiatura imbarazzante. Il loro approfondimento si blocca, la scrittura diventa superficiale, l’introspezione si perde nella confusione di una trama scritta coi piedi. Tutto questo è inaccettabile. Onestamente fatichiamo a capire come gli sceneggiatori siano riusciti nell’impresa di non contribuire nemmeno in parte alla crescita dei personaggi, in una fase della storia che sembrava creata appositamente per sviscerare altri lati della loro personalità: Geralt per la prima volta nel ruolo di tutore, Ciri nel pieno della sua trasformazione in combattente. Tutti restano fermi, immobili in un contesto che sarebbe ideale per farli fiorire. I secondari si confermano, purtroppo, le solite macchiette della prima stagione e gli antagonisti non hanno motivo di esistere: scarsi, dimenticabili, privi di motivazioni comprensibili.

Un fantasy senza contesto…

The Witcher è una serie caotica. Lo era nella prima stagione, in cui piani temporali inutilmente sfasati, premesse, mitologia e geografia avevano reso la visione noiosa e macchinosa. Lo è nella seconda stagione, che non aggiunge nulla alla prima sul piano della contestualizzazione. Non c’è un modo meno duro per dirlo: in The Witcher 2 non si capisce niente. E’ una serie talmente confusionaria, dispersiva, approssimativa da essere praticamente impossibile da seguire con attenzione. La distrazione è la regola e spesso ci si trova a dover tornare indietro per capire chi sta facendo cosa e perché (e non sempre questi interrogativi trovano una risposta). La geografia del “Continente” è ancora sconosciuta, le forze in gioco non sono chiare, tra Regni, Witcher, Ordine dei Maghi, Destino e chissà cos’altro e le motivazioni che muovono tutti i personaggi sono sconosciute. Questo è un peccato, perché l’assenza di un quadro generale non permette di apprezzare le scelte che ogni personaggio compie. Nel genere fantasy creare un contesto che consenta allo spettatore di comprendere dove si svolgono i fatti e perché non è importante, è fondamentale. Questa è una mancanza gravissima e lo è ancor di più perché persiste dalla prima stagione. La sceneggiatura si rivela per quello che è, un grande difetto.

Cenni tecnici…

Al di là di una regia nella norma, senza infamia e senza lode, si riscontra un notevole aumento di budget rispetto alla prima stagione. Nota di merito per la fotografia, finalmente curata e per la color correction, caratterizzata da toni freddi e bluastri. Questa scelta attenua leggermente l‘effetto “patinato” che dominava nella prima stagione. Purtroppo quell’effetto, per quanto in misura minore, è presente anche nella seconda stagione e non è un bene. Nulla è tangibile. Tutto è pulito, lucido, quasi “carino” e impedisce allo spettatore di vivere la vicenda come qualcosa di concreto. Game of Thrones insegna come rendere tutto estremamente realistico. The Witcher fa la cosa opposta: tutto è finto, posticcio, per nulla credibile.

Gli effetti visivi sono senza dubbio migliori rispetto a quelli della prima stagione, ma non riescono comunque a dimostrarsi un punto di forza. Sono discontinui. Mostri come i Lesny o i Basilischi sono realizzati molto bene, mentre altri sembrano usciti da Fantaghirò. La CGI ha alti e bassi e i costumi presentano lo stesso problema: passano dall’essere bellissimi e minuziosamente dettagliati (l’armatura di Geralt, le vesti dei vari Witcher) all’apparire completamente estranei al contesto della serie (gli stregoni sono conciati davvero male). La colonna sonora è molto bella, accompagna perfettamente determinate sequenze e riesce ad essere incalzante nei punti giusti. Nulla da dire anche per quanto concerne le interpretazioni. La recitazione è di alto livello.

Conclusioni:

The Witcher seconda stagione è una grande delusione. Le aspettative erano importanti e quasi nessuna delle promesse è stata mantenuta. Al di là di qualche nota positiva riscontrabile nella recitazione, nella colonna sonora e nella fotografia, i difetti abbondano. Gli effetti visivi sono discontinui, il ritmo molto lento, ma il vero dramma è una sceneggiatura davvero oscena che risulta confusionaria, noiosa e riduce i personaggi a macchiette prive di senso e spessore. Una grandissima delusione. Una serie mediocre.

Voto: 5

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