I mediocri imitano, i geni copiano”.
Copiare è un’arte. Captare un’ispirazione, migliorarla, rivestirla della propria personalità, ammantarla di carisma: questo è il genio“.
–Pablo Picasso
Il cinema è un’arte relativamente giovane, dal 1895 sono tantissime le pellicole che hanno emozionato, incantato, inquietato e sdegnato i cinefili di ogni decade. Quante volte, guardando un film vi siete chiesti se il regista avesse copiato o meno da altre pellicole? Nell’articolo di oggi vi parlerò di cinque film nuovi che hanno molto in comune con pellicole che hanno fatto la storia del cinema.
Il seguente articolo non si pone con l’obiettivo di smascherare eventuali plagi o imitazioni, ma come una sorta di guida che vi faccia notare che tutto deriva sempre da qualcos’altro.
Prima un piccolo aneddoto su un plagio famoso nella storia del cinema:
E’ il 1964, Sergio Leone realizza “Per un pugno di dollari”. Il film contro ogni aspettativa del regista ottiene un successo planetario. Ben tre anni prima, Akira Kurosawa aveva realizzato il capolavoro “Yojimbo: la sfida del samurai”. Ora vi starete chiedendo: cos’hanno in comune un western e un film di samurai?
Il film di Sergio Leone si presentava come un vero e proprio remake in Technicolor occidentale del film di Kurosawa, le similitudini erano molteplici e non si fermavano solo alla sceneggiatura. Mentre Kurosawa si faceva scudo di una raffinata ironia, Leone rendeva il suo film violento e sanguinario benché intriso ancora di humor-nero.
Akira Kurosawa notò diversi plagi a livello di sceneggiatura e regia e decise di far causa a Sergio Leone. La causa legale si concluse con la vittoria di Kurosawa che acquisì i diritti per la distribuzione nel continente asiatico de “Per un pugno di dollari” e una percentuale sui guadagni di Leone. Tuttavia, il regista italiano, seppur conscio di aver introdotto nel cinema un suo personalissimo stile di regia, non ammetterà mai a pieno i plagi alla sceneggiatura scritta da Kurosawa. Lo stesso Fernando di Leo che lavorò con Leone alla sceneggiatura, avanzerà per difesa, ipotesi sulle ispirazioni stesse di Kurosawa al cinema e alla cultura occidentale.
Sarà lo stesso Kurosawa ad ammettere infatti che l’influenza di “Yojimbo” proveniva da un classico del Noir: “La chiave di vetro” di Stuart Heisler. Sappiamo bene che, sia Leone, sia Kurosawa, sono entrati di diritto nell’olimpo dei maestri del cinema, riconosciuti unanimemente come geni. Questo piccolo aneddoto per dimostrare che tutto deriva sempre da qualcosa e che Picasso aveva ragione.
1) Drive(2011) di Nicolas Winding Refn e Driver(1978) di Walter Hill
Drive (2011) Driver (1978)
In entrambi i film i protagonisti sono due piloti assoldati dalla malavita per sfuggire, dopo le rapine, agli inseguimenti con le auto della polizia, di entrambi non ci viene mai rivelato il nome. Partendo da un soggetto praticamente identico al Driver di Walter Hill, Refn se ne discosta per messa in scena ed eleganza stilistica. Chiunque è rimasto incantato dal gioco di luci e dai ralenty nella scena dell’ascenore del film di Refn, tuttavia è indubbio che il suo, è un film che deve molto al Driver di Hill. Questo è uno dei motivi per cui il Drive del 2011 è un bel film, con un ottimo comparto tecnico e un’estetica unica ma non un capolavoro.
2) Joker(2019) di Todd Philips e King of comedy(1982) di Martin Scorsese
Joker (2019) King of Comedy (1982)
«Ognuno di noi può avere quello che vuole: purché sia disposto a pagare il prezzo», ripete Rupert Pupkin, tanto stridulo quanto arrabbiato, vittima di una società che ha perso l’attitudine all’ascolto e all’attenzione, seppellendo l’American Dream sotto una montagna di slogan luminosi, messi lì ad illuminare le facce di chi passa frettoloso nella sudicia Time Square del 1983.
Re per una notte è uno dei film più sottovalutati di Scorsese da cui Todd Philips ha attinto a piene mani per il suo Joker. Tutte le trovate visive che possono sembrare originali, presenti nel Joker sono in realtà un vero e proprio plagio delle scene del film di Scorsese; una tra tutte, la parte in cui Arthur (Joaquin Phoenix) è convinto di stare in televisione e a casa ripassa il copione di quello che dovrebbe dire nello Show, di cui lo stesso De Niro è conduttore( messo lì non a caso).Recuperate Re per una notte se non lo avete fatto e il Joker del 2019 vi sembrerà una brutta copia, senza una vera e propria identità nella regia e nella fotografia ma con un grandissimo Joaquin Phoenix perennemente in overacting per tutta la durata.
3) Pulp Fiction(1994) di Quentin Tarantino e Un bacio e una pistola (1955) di Robert Aldrich
Pulp Fiction (1994) Kiss me deadly (1955)
E’ difficile trovare gente che non si sia ispirata a questo capolavoro fiammeggiante del Noir classico. I riferimenti alla pellicola del maestro Aldrich compaiono in svariate pellicole da “I predatori dell’arca perduta” di Spielberg, “Strade perdute” di David Lynch e tantissimi altri. In entrambi i film, il Mcguffin che muove la pellicola e i personaggi che si stagliano su di essa è proprio la valigetta. Pulp Fiction è un calderone numerosissimo di influenze, tuttavia la più palese è quella al capolavoro di Aldrich.
Quentin Tarantino è rinomato per essere un cinefilo onnivoro, il suo percorso da cineasta ha avuto genesi in una videoteca, il ché gli ha permesso di vedere e studiare centinaia di grandi film del passato. Il caso di Pulp Fiction è molto lontano dall’essere un plagio poiché Tarantino del film di Aldrich “trattiene” solo la misteriosa valigetta con la luce, il resto è personalissimo e originalissimo a tal punto che lui stesso è diventato influenza per tanti altri cineasti che non riescono in alcun modo a replicare la sua cifra stilistica.
4) Inception(2010) di Christopher Nolan e ExistenZ(1999) di David Cronenberg
Inception (2010) eXistenZ (1999)
Oltre all’evidente influenza dell’anime “Paprika”, Inception condivide molti punti con il film del ’99 di Cronenberg: Existenz. Inception sfrutta all’interno del suo script il concetto di realtà stratificate (in questo caso il sogno nel sogno), Cronenberg senza complicare inutilmente la trama, effettua la stratificazione della realtà mediante l’uso di una console umana. In entrambi i film si danno allo spettatore delle coordinate per permettergli di capire quando siamo nella Realtà e quando invece gli attori si trovano immersi nel sogno o nel caso di Existenz nel videogioco.
In Inception si utilizzano i totem, nel film di Cronenberg i suggerimenti sono dati dai personaggi che rispondono in maniera precisa in base ad un loro pattern.
Lo stesso Nolan ha affermato “L’intero concetto di avatar e di vivere la vita come qualcun altro, c’è una relazione con quello che stiamo facendo, ma penso che quando ho iniziato a provare a fare questo film è stato molto ispirato all’epoca dei film in cui avevi “Matrix”, “Dark City”, “Il tredicesimo piano” e, in una certa misura, anche “Memento”. nei principi che il mondo intorno a te potrebbe non essere reale. ”
The Matrix era del 1999; Dark City 1998; Tredicesimo piano 1999; Memento 2000, quindi eXistenZ (1999) rientra perfettamente in quella “era dei film” di cui parla.
Lo stesso Existenz deve poi molto ad un altro sci-fi che è Strange Days (1994) della grandissima Katrhyn Bigelow: tutto deriva da qualcosa.
5) Coldfish(2010) di Sion Sono e Cane di Paglia(1971) di Sam Peckinpah
In questo caso è la locandina stessa che suggerisce evidenti attinenze tra il film di Sion Sono e il capolavoro di Sam Peckinpah. In entrambi i film i protagonisti sono considerati passivi, inermi e ignavi, entrambi durante il corso della pellicola si trasformeranno in macchine di morte.
La parabola dell’uomo mite che esplode in un rantolo di inaudita violenza non è molto originale (la trama stessa di Cane di Paglia); dal canto suo, la narrazione conduce il percorso inverso a un altro dei titoli più rappresentativi di questo filone, ovvero : History of violence l’opera di Cronenberg faceva ri-emergere il mostro che si era nascosto tra le mura della famigliola felice dell’American dream, mentre Sion Sono afferma, a partire dalla stessa metafora ittica del pesce più grande che si nutre del pesce più piccolo (scena osservata dal protagonista durante una delle sue visite nell’Amazon), lo stato di cannibalismo spietato a cui è giunta la società giapponese.
In questo caso Sono (maestro indiscusso dell’attuale panorama cinematografico) rende estremamente originale e memorabile una storia sentita e risentita. Un film da scoprire se non lo avete mai visto!

Studente di scienze della comunicazione dei media e cinema, appassionato di arte in tutte le sue forme specialmente la settima.